Apr 26, 2013 | Attualità, Politica | 0 commenti

Città di Torre Annunziata. La risposta di CENTRO COMUNE al Sindaco Starita.

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Scritto da Dr. Vincenzo Sica

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Documento inviato al Sindaco, agli Assessori ed ai Consiglieri Comunali.Torre Annunziata, lì 5 aprile 2013              Con un comunicato stampa diramato l’11 marzo u.s. e notificato poi ai Consiglieri Comunali, l’Associazione Centro Comune, alla luce dell’emergenza sicurezza che ha segnato i primi mesi dell’anno, ha inteso portare all’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto, delle Istituzioni cittadine, la stringente necessità di predisporre tutte le attività possibili per consolidare, con assoluta fermezza, la presenza dello Stato sul territorio, in tutte le sue forme e articolazioni, e la volontà di non piegarsi dinanzi a quella che appariva essere sempre più una nuova ondata criminale. Nel ritenere la convocazione ad hoc di un consiglio comunale monotematico il passo minimo da compiere per fornire un segnale di sensibilità da parte della politica e delle Istituzioni rispetto al delicato momento, avevamo anche espresso la disponibilità, ma forse siamo stati troppo ambiziosi, a coltivare, sulla specifica situazione, un terreno d’incontro con la maggioranza per ricercare possibili soluzioni condivise, perché è in momenti come questi che la politica si unisce e non si divide. Concetto, auspicio e volontà da noi per primi trasmessi e poi successivamente scimmiottati dal Sindaco di Torre Annunziata.Da quel giorno sono state sostanzialmente due le novità registrate! 

Una è l’ennesimo agguato di sangue che conferma l’assoluta gravità della situazione, altro che strumentalizzazione degli eventi! L’altra è la replica di Starita alla nostra iniziativa, pervenutaci attraverso i canali consiliari. Un documento che reca in sé l’elogio delle assurdità e nel quale non vi è traccia alcuna di una risposta alla sostanza delle nostre sollecitazioni.Vi è, invece, tutt’altro!A cominciare dal paradosso per cui il primo cittadino di Torre Annunziata, in preda ad un delirio di persecuzione, prima lamenta di essere obiettivo di una campagna denigratoria e di una continua personalizzazione dello scontro politico, e poi si rivolge ad un’unica persona, evidentemente una sua ossessione: il Presidente di Centro Comune, Vincenzo Sica.Ed è solo su quest’ultimo che finisce per cucire interamente il suo discorso, fatto di continue parentesi personalistiche. E ciò, in presenza di un documento firmato non da un singolo individuo ma dall’organo collegiale dell’Associazione e dall’intero gruppo consiliare, rappresenta una grave scorrettezza istituzionale. Una scorrettezza sia nei confronti degli altri rappresentanti di Centro Comune, i consiglieri Pallonetto e Vitiello, sia nei confronti dell’Associazione Centro Comune, che un Sindaco di tutti dovrebbe, al di là delle differenze di opinioni, considerare parte del patrimonio associativo della Città e, quindi, tutelare nella sua dignità.Ma soprattutto, rappresenta una scorrettezza nei confronti di tutti quei 1.716 Cittadini torresi che alle scorse elezioni amministrative hanno ritenuto di dover concedere la loro fiducia a Centro Comune ed ai suoi rappresentanti, oltre a quelli che hanno ritenuto di dare il proprio consenso ad altri partiti ed associazioni, collegati a Centro Comune, ancorchè non rappresentati in Consiglio Comunale. Un consenso popolare che, così come legittima Starita nelle sua carica, legittima noi a portare avanti le nostre tesi da una posizione di opposizione a questa Giunta.Del solito elenco di presunti successi amministrativi neanche vogliamo parlare, stanchi di dover opporre le solite considerazioni e precisazioni.Vi è, poi, un’accorata difesa che il Sindaco fa del suo assessore alla Sicurezza, ritenuto “bersaglio di accuse infamanti”.Non è dato sapere cosa ci sia di infamante nell’interrogarsi sulle dichiarazioni fornite da Auricchio (dei cui trascorsi da investigatore nessuno ha inteso discutere e a cui ci si rivolge in quanto esponente dell’Amministrazione) nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Metropolis e pubblicata sullo stesso in data 7 marzo u.s., allorquando, alla lettura di frasi come “Bisogna blindare la città.”, “… spero che possa essere aumentata la presenza delle forze dell’ordine in città.”“… da sola la repressione non è mai servita. Serve poi la politica della prevenzione.”, ci è parso di ritornare indietro di diversi anni, come se i brillanti risultati conseguiti dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine non vi fossero mai stati e come se lo stesso Starita non avesse mai parlato dell’avvio di una fase 2, in cui far seguire la prevenzione alla repressione.Nell’esprimere, di fatto, il banale concetto che solo un togato o un uomo in divisa possa avere piena titolarità a muovere considerazioni sulle problematiche malavitose, il Sindaco vuole forse implicitamente far capire alla quasi totalità del Consiglio Comunale e degli esponenti politici e del mondo delle associazioni, di non essere “degni” di tale discussione?Spiace che la stessa ricerca di affinità in termini di competenza non sia stata considerata anche per altre deleghe da lui affidate, come è oramai sotto gli occhi di tutti da diversi anni.Spiace, soprattutto, che da parte del primo cittadino non vi sia stata una sola parola nel merito delle nostre osservazioni.E allora abbiamo deciso di riproporle, ma con forme e metodi più originali e, specialmente, più eloquenti. Inutile affannarsi quando è possibile inchiodare questo Sindaco alle sue stesse parole.In una videointervista rilasciata a Gennaro Carotenuto per MetropolisWeb.it (disponibile anche sul canale YouTube del periodico TorreSetteonline) in data 4/11/2008, a poche ore dal blitz che sgominava, di fatto, con 88 ordinanze di custodia cautelare, il clan Gionta, rispondendo alle domande del cronista, che osservava come l’Amministrazione ora non avesse più scusanti, Starita dichiarava: “… aspettavamo questo tipo di risposte, in maniera così forte, per il recupero di una situazione complessiva di legalità, per mettere in campo, quindi, un percorso che poi è quello della prevenzione al crimine, e non della repressione. Per attivare un percorso complessivo di prevenzione era opportuno che si creassero le condizioni repressive e di maggiore presenza del (sul?) territorio.”“…..Il recupero di Palazzo Fienga rientrerà in quella capacità complessiva di progettualità e di recupero del territorio. Zona Franca Urbana contemporaneamente significa recupero urbanistico. Le due cose debbono andare di pari passo …”; “… occorre anche un recupero della capacità residenziale. Noi dobbiamo far sì che i cittadini di Torre possano abitare tranquillamente in quella parte del territorio …”.A distanza di quattro anni e mezzo è lecito chiedere conto di risultati concreti? O bisogna aspettare quattro secoli e mezzo? E’ lecito chiedere che ne è stato del percorso di “prevenzione” e delle attività inerenti allo sviluppo, dal momento in cui siamo punto e a capo? E’ lecito chiedere perché questa Amministrazione ha sostanzialmente fatto naufragare tutti gli interventi strutturali ereditati? E’ lecito chiedere perché sono state negate a questa Città tutte le potenziali occasioni di sviluppo? E’ lecito chiedere perché questa Amministrazione si è dimostrata così inefficace ed improduttiva?E’ lecito chiedere, ad esempio, per quale motivo questa Amministrazione non ha attivato le provvisionali previste da note sentenze penali, a titolo di restituzione e risarcimento danni a favore del Comune?E’ lecito chiedere che ne è stato del recupero di Palazzo Fienga, dal Sindaco più volte sbandierato?E’ lecito chiedere se tutti quegli edifici che vengono giù da soli, nell’incuria più totale e mettendo a repentaglio la vita di numerose famiglie, siano da ritenersi esempi di recupero urbanistico e di restituzione di una capacità residenziale dignitosa a quel territorio?In un altro intervento video, postato su uno dei due canali YouTube del primo cittadino, in data 30/3/2012, e sulla sua pagina Facebook (degni di nota qui i post sui tempi di ultimazione dei lavori per il ponte di via Sepolcri, pagina aggiornata solo in prossimità della vicenda elettorale, segno di chi ha poco da raccontare circa il suo operato quotidiano), in data 6/4/2012, sul tema “contrasto alla criminalità organizzata”, Starita afferma: “… Sono stati anni in cui vi è stato uno sforzo straordinario di forze dell’ordine e magistratura, e in cui, però, l’Amministrazione Comunale ha fatto la propria parte. Essa si è posta come elemento fondamentale quello di far ritrovare quella vivibilità in un territorio che per troppi anni aveva visto quegli spazi di agibilità democratica fortemente compressi.”.E’ utile notare che l’ultima occasione in cui una notizia relativa alla nostra Città ha avuto una eco nazionale, purtroppo con una matrice negativa, risale al gennaio di quest’anno. Il ritrovamento di un ingente quantitativo di armi e munizioni nel cortile di una scuola pubblica ha destato enorme scalpore.Nel servizio per il Tg1 del 23/1/2013 (“Torre Annunziata, armi e munizioni a scuola”, archivio Tg1– www.rai.tv) Grazia Graziadei racconta: “… avevano il colpo in canna le pistole. La vicenda poteva avere uno sviluppo drammatico se un bambino si fosse avvicinato, incuriosito.”.E’ forse questo un esempio di ritorno alle condizioni di vivibilità e di ripristino degli spazi di agibilità democratica?Per attingere ad altri esempi del genere potrebbe essere utile citare il caso della caserma dei Carabinieri promessa nel quartiere Penniniello. Il 23 settembre del 2009, il sindaco Giosuè Starita, durante la cerimonia di commiato del comandante provinciale uscente dei carabinieri Gaetano Maruccia, svoltasi a Palazzo Criscuolo, dichiara che è sua intenzione ubicare la caserma dei Carabinieri nella scuola elementare del quartiere Penniniello.Sul quotidiano Metropolis del 16/5/2012, in un articolo a firma di Giovanna Salvati e titolato “Scuola-scempio a Torre Annunziata. Il sindaco promise la caserma, la camorra l’ha trasformata in rifugio”, leggiamo le parole di una residente: «I politici dicevano che qui doveva venirci la caserma dei carabinieri, ma hanno lasciato la munnezza»; “La politica aveva garantito mille servizi, compresi quelli dei trasporti, nessuno ha mai visto nulla, «ed ora eccolo lì il regalo dell’amministrazione: un covo per drogati e delinquenti»”.Naturalmente qualcuno potrebbe pensare che l’episodio ha smosso qualcosa, e invece, a distanza di quasi un anno, dobbiamo registrare che nulla è cambiato, se ci ritroviamo dinanzi a notizie come queste: “Fortapasc, armi e droga nella scuola abbandonata. Qui i baby-killer si addestravano a sparare”, sul Metropolis del 13/3/2013, articolo inerente all’ennesimo rinvenimento di armi nella suddetta scuola.Eppure in un’intervista rilasciata a Gianluca De Martino, sempre di Metropolis, e pubblicata sul quotidiano in data 29/4/2010, era stato lo stesso Starita a dichiarare, aggiungendo un’altra puntata alla sagra degli annunci, quanto segue: “«L’idea è di rilevante impatto sociale: Palazzo Fienga diventi la nuova sede del commissariato di polizia di Torre Annunziata. E’ una possibilità che la giunta ha già preso in considerazione, tanto che nel prossimo bilancio di previsione sarà inserita una voce con le risorse da impiegare nella fase iniziale. Sarà necessario un grande intervento di riqualificazione e ristrutturazione, ne discuteremo anche con il Ministero degli Interni. In questo caso abbiamo iniziato ufficialmente gli abbattimenti di strutture pericolanti nel quartiere, al fine di cambiare radicalmente il volto». Polizia a Palazzo Fienga e carabinieri al Penniniello. Lo Stato vuole far sentire la sua presenza nelle roccaforti dei clan? «Proprio così. Il progetto di insediare una stazione dell’Arma nell’ex scuola del parco Penniniello è più che concreto. Sono già stati effettuati sopralluoghi e c’è la disponibilità dei militari»”. Tutte parole (e promesse) che si commentano da sole. E ancora, nel già citato video , il Sindaco parlava di “… un ritorno alla possibilità di una città che vivesse nelle condizioni di poter vedere nuovamente attratto un interesse imprenditoriale sul territorio”. Peccato che in un articolo di Metropolis del 29/7/2012, a firma di Raffaele Schettino e Roberto Mazza, all’indomani dell’omicidio Iapicca, articolo in cui, tra l’altro, il beniamino di Starita, l’assessore Auricchio, forniva una delle sue solite “letture” da addetto ai lavori, puntualmente rimasta senza una significativa traduzione politica e amministrativa, dovessimo leggere ciò: “Sono terrorizzati anche gli imprenditori. Su tutti i titolari dell’hotel «Grillo Verde», l’unico di Torre Annunziata, che ospita spesso i turisti attirati da Pompei. I killer sono entrati in azione venerdì pomeriggio quasi davanti all’ingresso, un particolare che resta un ricordo sconvolgente. «Stiamo vivendo un momento di particolare crisi economica», dicono i gestori. «E le istituzioni non ci aiutano». Nessuna iniziativa, «nessun servizio per contrastare questo trend negativo. E poi arrivano questi episodi che ci tagliano completamente le gambe». Le immagini che rimbalzano su internet e in Tv sono «un biglietto da visita terribile per i turisti in fuga dal nostro territorio». E allora, di questo passo «è meglio abbassare la saracinesca e chiudere»”. Se questo è il pensiero di imprenditori che qui operano da anni, non osiamo immaginare quanto riusciamo ad essere attrattivi per gli interessi imprenditoriali provenienti da altrove. Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui. Certi di non essere stati, stavolta, ripetitivi, chiediamo al Sindaco Starita come intenda procedere nel catalogare tutto ciò: ingiuriecontumelieaccuse infamanti non meritateelementi di polemica inventati,mera strumentalizzazione da campagna elettorale mai finita?Gli chiediamo se forse, in questa presunta campagna d’odio e falsità nei suoi confronti, ritenga, a vario titolo, coinvolti anche i cronisti e i mezzi d’informazione citati, magari anche il Tg1, i residenti del Penniniello, gli albergatori, ecc. Ma, soprattutto, gli chiediamo, in circostanze come queste, di meditare profondamente sull’inadeguatezza del suo operato, così da poter trovare l’ispirazione per l’unico atto ragionevole che egli può compiere: farsi da parte.E forse, dopo una serena e pacata riflessione, si accorgerà che chi deve chiedere scusa all’Assessore Auricchio è lui e l’amministrazione politica che egli rappresenta! P.S..A proposito di novelli cattedratici, nella nota con la quale ha voluto replicare, leggiamo il Sindaco citare “l’antico adagio Dantesco «non ti curar di loro»…”.Scopriamo così che Giosuè Starita ha inteso proporsi come interprete dei versi del Sommo Poeta. Augurandoci per lui una brillante carriera come filologo, che possa portarlo ad allontanarsi quanto prima dagli impegni istituzionali, intendiamo supportarlo con il nostro modesto contributo.Nel Canto III dell’Inferno della “Divina Commedia” di Dante, al verso 51, Virgilio descrive gli “ignavi” con tali parole: « Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa. »
 Per quanto sia diventato un modo di dire di uso comune, è risaputo che quello citato da Starita rappresenti soltanto una vulgare storpiatura del testo.D’altra parte, stiamo parlando di un Sindaco e di un’Amministrazione che hanno fatto della storpiatura la regola aurea del loro operato.Forse se, come noi, anche il primo cittadino avesse avuto l’umiltà di rileggersi e di approfondire, si sarebbe potuto rendere conto dell’espressione infelice, che umanamente può capitare.         Cordialmente.       Il Consiglio Direttivo                                                                                          l Gruppo Consiliare                                                                                         P.S. Questo documento è stato redatto ed approvato antecedentemente all’insediamento della Commissione d’indagine presso il Comune di Torre Annunziata.

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